Welcome to the Sultanate of Oman

 

La Storia dell’Oman

C’è una terra impressionante ubicata in un area strategica nella penisola arabica che ha giocato un ruolo fondamentale nella Storia antica e attuale. Oggi vi racconto il mio viaggio in Oman.

Il paese si affaccia per buona parte sull’Oceano Indiano, e dalla punta estrema della penisola del Musandam si può vedere l'Iran che dista circa 60 km dalla penisola stessa. Attualmente l’Oman ha il controllo dello Stretto di Hormuz, da sempre porta di accesso di tutte le navi provenienti dall’Oceano Indiano e dal Golfo Persico. In questo mio racconto cercherò di farvi viaggiare nel tempo per meglio comprendere la Storia del Sultanato Omanita, cercando di darvi piccoli suggerimenti per un prossimo vostro viaggio in questa terra, e cercherò di farvi “ascoltare” i silenzi e gli echi di un passato dal carattere arabeggiante e dai panorami selvaggi intaccati dal turismo di massa. 1999 è l'anno in cui ho avuto la fortuna di essere uno dei 15 italiani selezionati per inaugurare l'apertura del Paese ai 5 continenti, dove il governo omanita decise di organizzare il più grande fam trip al mondo invitando 620 agenti di viaggio di 124 paesi, regalando ad ognuno di noi la possibilità di conoscere al meglio questo conturbante paese per poi promuovere la destinazione che allora in Italia era ancora poco conosciuta. A distanza di oltre 20 anni dall'apertura, l'Oman ha mantenuto con grande orgoglio il suo splendore a partire dalle meravigliose moschee di colore bianco e luminosissime, dei wadi (letti dei fiumi) dall’acqua verde smeraldo nei quali rinfrescarsi, di oasi tra paesaggi rocciosi, di antiche capitali, di souq in particolare quelli vicino al confine dello Yemen, dove è possibile reperire ogni spezia, oppure oli essenziali e poi, il deserto, quello vero dai colori unici come lo sono le sue dune con i suoi tramonti. In questo lungo racconto cercherò di farvi viaggiare nel tempo, ma per meglio comprendere il paese abbiamo bisogno di conoscere un pochino di Storia evidenziando alcuni aspetti di grande rilevanza che hanno contribuito a delineare i confini e a formare il carattere di questo popolo. La guida che mi ha accompagnato durante i 40 giorni di permanenza, raccontava che già dalla preistoria si registrarono i primi insediamenti, mentre alcuni storici affermano che assiri e babilonesi si stabilirono in Oman al fine di controllare le rotte commerciale che collegavano l’Asia alle coste del Mar Mediterraneo. Ben presto gli antichi popoli identificarono l'Oman con il soprannome di “Montagna di rame“, infatti, se si percorre buona parte delle montagne del Hajar, possiamo notare come i wadi prendono colori diversi, dove è possibile vedere venature di colore simile all'ossido di Rame, da qui il nome.

Ci sono paesi divenuti ricchi per il petrolio, per il gas o per l'acqua, qui in Oman e più precisamente nella regione meridionale del Dhofar la ricchezza arriva dall'incenso. Grazie ad esso, l'Oman divenne famoso anche nei paesi del Mediterraneo tanto da dargli il nome di Arabia Felix, tale denominazione fu attribuita grazie all’abbondanza di aromi presenti su quasi tutto il territorio omanita, ma sarà l'incenso a portare la corona per moltissimi secoli tanto che, anche l’Impero Persiano non si lasciò sfuggire questa area e intorno al 524 a.C. i Persiani conquistarono i territori di tutto il sud della penisola arabica, quindi l’attuale Oman e lo Yemen. Il fulcro del commercio era l’antica città di Sumhuram, ubicata tra Salalah e Mirbat dove oggi c'è il Villaggio Veraclub Salalah con una spiaggia bianchissima,

quindi chi di voi ha soggiornato nella struttura della Veratour durante il trasferimento dall'aeroporto all'hotel è sicuramente passato vicino la città antica di Sumhuram e, per chi ama l'archeologia dovete sapere che in questa città gli archeologi hanno rinvenuto ceramiche provenienti dall’Asia che testimoniano come la regione intratteneva forti rapporti commerciali con le Indie.

Altro aspetto importante di questo paese è la nascita dell'Islam nella Penisola Arabica. L'Islam nasce tra la notte del 26 e il 27 del mese di Ramadan (secondo il calendario lunare arabo) del 610 d.C., dove Maometto vagava solo nel deserto, e si narra che abbia ricevuto la visione dell’arcangelo Gabriele che  l’avrebbe esortato a diventare messaggero dell’unico Dio, Allah. Tale notte, conosciuta anche come Notte del Destino, segna la nascita della religione islamica. 

In un secondo tempo Maometto avrebbe ricevuto dall'arcangelo altri insegnamenti che avrebbero definito i dogmi e i precetti di questo nuovo monoteismo, i quali saranno tramandati oralmente fino alla raccolta per iscritto nel Corano circa 20 anni dopo la morte dello stesso avvenuta nel 632 d.C., per opera di Uthman, uno dei suoi successori. La nascita dell'Islam ha cambiato le sorti non solo dell'Oman, ma di tutta l'area peninsulare così' come la dominazione portoghese che ha lasciato tracce indelebili di un grande passato durante questi lunghi secoli ed infine l’ascesa della dinastia Al-Bu Sa’idi che cambierà per molti secoli le sorti dell'Oman.

L’Oman fu tra i primi paesi ad entrare nel Califfato degli Omayyadi dove vi restò per oltre 1 secolo.

Dal 750 d.C. in poi, l'Oman è stata terra di conquista dove ci furono molte battaglie nel territorio tra il sultanato che occupava l'area sud del paese e l'Imam che controllava le aree interne del paese. e solamente nel 1508 anno in cui i portoghesi conquistarono Muscat proclamandola capitale dell'Oman, iniziarono un percorso di ricostruzione specialmente sulla costa est del Paese insediandosi in maniera massiccia in modo da poter controllare le proprie flotte navali verso l’India e dove costruirono molti forti, alcuni dei quali si possono ammirare ancora oggi.

Iniziamo ora a velocizzare la storia perchè non deve essere un blogger ha raccontarvi quanto vissuto dal popolo omanita, ma è importante capire il perché oggi il Sultanato dell'Oman è uno dei paesi più moderni e all'avanguardia al Mondo. 

Se oggi questo paese si è posizionato tra i grandi nell'area mediorientali e perché già con la proclamazione del Sultano Nāsir bin Murshid avvenuta nel 1625, capostipite di una serie di illuminati Sultani che riuscirono a scacciare in poco tempo gli invasori portoghesi, trasformando poi il paese in una vera e propria potenza coloniale, tanto che già dal 1698 il Sultanato dell'Oman gestiva completamente il traffico navale nello Stretto di Hormuz controllando non solo i territori nella Penisola Arabica, ma arrivando a controllare l'isola di Zanzibar e buona parte della costa orientale africana, incluso la città di Mombasa in Kenya, anche se solamente per qualche decennio, infatti il momento di benessere terminò a causa dei forti contrasti che iniziarono ad accadere per la successione al governo, i Persiani approfittando dell'instabilità politica che si era venuta a creare conquistarono l’Oman a cavallo tra il 1737 e il 1738.

Ricordate quando vi accennavo al forte carattere che gli omaniti avevano iniziato a formare subito dopo l'arrivo dei babilonesi? Ecco, con il passare dei secoli questo carattere è diventato sempre più forte tanto che, la tempra degli Omaniti uscì fuori durante l'occupazione Persiana respingendo l’invasore fuori dai confini.

Nel 1749 Ahmad bin Sa’id Al Bu Sa’id diventò Sultano dell’Oman. Egli fu il capostipite della dinastia di sultani e durante il suo regno l’Oman conobbe un nuovo periodo di sviluppo e di espansione, ma come accade sempre anche nelle migliori famiglie i conflitti interni che si erano venuti a creare con il tempo favorirono l’espansione del potere britannico importante allora perché la bretania aveva forti interessi commerciali volti a controllare i commerci lungo la rotta che collegava la colonia dell’India all’Europa e il loro potere influì nei secoli i sultani che regnarono sino agli anni sessanta del XX secolo, dove la Gran Bretagna sospese qualsiasi attività politica e commerciale in Oman, in seguito al principio di autodeterminazione dei popoli dettato dall’ONU. In quegli anni il Sultano dell’Oman era Sa’id bin Taymur un uomo conservatore che impedì di fatto lo sviluppo economico del Paese, ma il suo potere non duro molto in quanto il 24 luglio del 1970 il figlio del Sultano,

Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd spodestò con un colpo di stato il padre senza ferire nessun soldato. La popolazione omanita sostenne immediatamente il giovane sultano che con il passare degli anni riuscì a trasformare l’Oman in un paese moderno e sempre più rivolto al futuro. Con la morte avvenuta il 10 gennaio del 2020, il cugino Haitham bin Tariq Al Said, già Ministro della Cultura è stato nominato nuovo reggente come da indicazioni lasciata dal defunto sultano. Visto quanto di positivo ha fatto Qābūs bin Saʿīd Āl Saʿīd, oggi il popolo Omanita e tutto il mondo spera che il nuovo sultano segua le orme del suo predecessore per continuare a costruire il futuro di questo meraviglioso paese.

Ora dovreste avere una situazione geo-storica-politica di questo paese un pochino più chiara e con l'aiuto delle mie fotografie vi racconterò il resto di questo paese unico nella sua modernità senza perdere le proprie radici.

Iniziamo dalla capitale Muscat, oggi rappresenta come già anticipato il carattere di questo paese, la cordialità e la lungimiranza del Sultano Qaboos, che nel cuore della città vecchia ha il suo palazzo, il Diwan (il Palazzo Reale ) e il National Museum, mentre a dominare il porto è dal XVI secolo la mole dell’Al Mirani Fort, antico avamposto a difesa dagli invasori. Grazie all'impegno preso con la sua popolazione oggi la città di Muscat è tra le più sicure e pulite al Mondo. 

Per visitare la città ci vogliono almeno 3 giorni pieni, dove sarà possibile ammirare vicoli e negozi del vecchio Suq, pieno di bancarelle di tessuti, artigianato, alimentari e un'ampia zona interamente dedicata all'oro. I doni più preziosi fatti dal Sultano alla città sono la Royal Opera House e la Grand Mosque, due enormi costruzioni l'una voluta per difendere la cultura e l'altra per custodire la religione.

Torniamo alla vita di tutti i giorni visitando il mercato del pesce, un’esperienza incredibile con pesci di ogni razza e colori, possibilità di acquistare pesce ancora vivo e posso garantirvi che l'esperienza vissuta in prima persona la vivrete anche voi con gli odori e i rumori delle aste per accaparrarsi il pesce più buono per i ristoranti degli hotel  più quotati in tutta l'aria del golfo.  

Il nostro viaggio continua dirigendoci verso l'antica capitale omanita Nizwa, distante circa 3 ore da Muscat e sarebbe propizio andarci con un fuoristrada 4x4, ma è importante sapere che se desiderate inoltrarvi all'interno del paese è opportuno avere una guida autista omanita, che con tipico abito tradizionale, la dishdasha o kandura di colore bianco, vi saprà non solo accompagnarvi a destinazioni senza perdere tempo, ma potrebbe raccontarvi aneddoti e tutto il vissuto con le tradizioni delle aree e dei villaggi che andrete a visitare. 

La mia prima tappa è stata al castello di Jabrim, attualmente è il castello che si è meglio conservato e a differenza dei forti che venivano costruiti per proteggere la città con le loro mura, il castello di Jabrim pur essendo stato edificato in posizione elevata e in un punto strategico per poter avere una visione a 360 gradi  su tutta l'area circostante, ma visto il periodo di costruzione avvenuto durante un periodo di pace dall' Imam Bilarab bin Sultan, lo stesso decise una volta terminati i lavori di trasformarlo in un centro studi di astrologia, medicina e arte. 

Entrati nel castello sarete colpiti da una luce calda e dal suo interno costruito in stile arabeggiante, il cortile si presenta con affacci dalle finestre, inoltre al piano terra possiamo ammirare la moschea e le stanze dedicate alla preghiera. Salendo di un piano potrete visitare la libreria, alcune sale per ricevimenti e le camere per gli ospiti. Nell'ultimo piano sono ubicate le camere dell’Imam. Ultimo suggerimento è salire in una delle due torri per lo scatto fotografico sulla città di Jabrim. In una seconda visita effettuata qualche anno dopo lo scatto fotografico lo feci al tramonto  e il risultato fotografico era decisamente unico.

Suggerimento, prima di partire per Al Hamra mangiate qualcosa, la guida vi saprà indicare dove potete fare un pasto veloce  e prendere dell'acqua. Dopo circa 30 minuti di auto da Jabrim arriviamo nel piccolo paesino di Al Hamra. Ubicato ai piedi dei monti Hajar ed è ricordato per le tipiche casette in mattoni crudi che rimandano perfettamente lo stile costruttivo degli yemeniti. Lasciata l'auto al parcheggio, ci avvieremo a piedi nella parte antica del paesino per raggiungere Bait al Sifah, oggi è una casa/museo dove sarà possibile ammirare le tradizionale di questo popolo. Ricordatevi di portare con voi dei calzini perché la visita in questo museo sarà fatta senza le ns scarpe. La prima cosa che noterete è l'accoglienza e la cordialità verso chi vuole conoscere la loro cultura, durante la visita alcune donne omanite ci faranno  assaporare del pane tradizionale e come pestano i chicchi di caffè, ma sarà la terza donna omanita a catturare la vostra attenzione con la preparazione di profumi e creme per il corpo. 

Durante la visita la guida mi raccontava aneddoti e piccole storie accadute in questo paese dove vedeva coinvolti sceicchi locali davanti ad un ottimo thè offertoci dalla proprietaria di casa e con lei abbiamo cercato di approfondire qualche aneddoto appena ascoltato dalla guida scambiandoci sorrisi su avvenimenti al quanto misteriosi accaduti in questo paese.

Altro suggerimento che posso darvi è visitare il villaggio di Misfat Al Abreen non distante da Al Hamra ( 10/15 minuti ), un'area accessibile solo a piedi, dove potrete ammirare lungo le strette viuzze che lo compongono piccole case tradizionali realizzate in fango e argilla. Il villaggio è situato ad un’altitudine di circa 1.000 mt, gli abitanti vivono sulla sommità della montagna, ai cui piedi si estendono le loro colture, un modo diverso di viaggiare ma questa escursione vi lascerà senza parole da ricordare che la città nel 2013 è stata proclamata Capitale della cultura islamica.


Dopo circa un ora di auto arriviamo a Nizwa, un tempo capitale dell'Oman, la città è stata costruita all'interno di una rigogliosa oasi verdeggiante. 
Visto l'ora di arrivo andiamo direttamente ad ammirare la fortezza edificata nel XVII secolo e dove dalla torre alta circa 35 mt, abbiamo potuto godere la vista sulle piantagioni di datteri che circondano il forte. Composto su due piani, il forte presenta stanze tradizionali e le camere dell’Imam, nonché le stanze per conservare i datteri. Il forte venne ristrutturato a fine anni 90 e si presenta con colori tenui per supportare le alte temperature estive che in alcuni casi arrivano a circa 50°.

Continuiamo la visita della città il giorno successivo visitando anche il Souq che rispetto ad altri mercatini visitati in altre aree geografiche non mi ha regalato quelle emozioni provate in altre realtà, la vendita è quasi esclusivamente basata sulla frutta e verdura e naturalmente ai datteri e alle spezie in genere dove occupano grandi spazzi. Il Souq è aperto dalle 09 alle 13 e dalle 17 alle 20.


Nel pomeriggio siamo partiti alla volta di Birkat al Mawz, distante circa 30/40 minuti di auto da Nizwa, questa piccola perla di paesino è famosa per le rovine e le casette di fango che si stanno sgretolando. Arrivati bisogna fare attenzione, perché anche se molte case sono in fase di ristrutturazione ci sono altre che potrebbero avere dei piccoli cedimenti strutturali quindi fate attenzione.

Si spera che entro pochi anni riescano a rimettere in piedi questo piccolo paesino e di poter raccontare poi storie vissute tra le viuzze facendoci dimenticare la sensazione triste di quando era al suo totale abbandono.

Si riparte per Muscat dove dopo una giornata di relax prenderò un volo per Salalah, ma qui sarà un altro racconto pieno di storia e cultura così come sarà per la penisola di Musandam. Pierluigi Cruciani

 


 



 

Corrispondente, guide locali e il mio autista fidato Muhammad

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